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certo meno utile all arte dell avvenire. Si arriverà mai a
Letteratura italiana Einaudi 98
Giovanni Verga - Vita dei campi
tal perfezionamento nello studio delle passioni, che di-
venterà inutile il proseguire in cotesto studio dell uomo
interiore? La scienza del cuore umano, che sarà il frutto
della nuova arte, svilupperà talmente e così generalmen-
te tutte le virtù dell immaginazione, che nell avvenire i
soli romanzi che si scriveranno saranno i fatti diversi?
Quando nel romanzo l affinità e la coesione di ogni
sua parte sarà così completa, che il processo della crea-
zione rimarrà un mistero, come lo svolgersi delle passio-
ni umane, e l armonia delle sue forme sarà così perfetta,
la sincerità della sua realtà così evidente, il suo modo e
la sua ragione di essere così necessarie, che la mano
dell artista rimarrà assolutamente invisibile, allora avrà
l impronta dell avvenimento reale, l opera d arte sem-
brerà essersi fatta da sé, aver maturato ed esser sòrta
spontanea, come un fatto naturale, senza serbare alcun
punto di contatto col suo autore, alcuna macchia del
peccato d origine.
Parecchi anni or sono, laggiù lungo il Simeto, davano
la caccia a un brigante, certo Gramigna, se non erro, un
nome maledetto come l erba che lo porta, il quale da un
capo all altro della provincia s era lasciato dietro il terro-
re della sua fama. Carabinieri, soldati, e militi a cavallo,
lo inseguivano da due mesi, senza esser riesciti a metter-
gli le unghie addosso: era solo, ma valeva per dieci, e la
mala pianta minacciava di moltiplicarsi. Per giunta si ap-
prossimava il tempo della messe, tutta la raccolta
dell annata in man di Dio, ché i proprietarii non s arri-
schiavano a uscir dal paese pel timor di Gramigna; sic-
ché le lagnanze erano generali. Il prefetto fece chiamare
tutti quei signori della questura, dei carabinieri, dei
compagni d armi, e subito in moto pattuglie, squadri-
glie, vedette per ogni fossato, e dietro ogni muricciolo:
se lo cacciavano dinanzi come una mala bestia per tutta
una provincia, di giorno, di notte, a piedi, a cavallo, col
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telegrafo. Gramigna sgusciava loro di mano, o risponde-
va a schioppettate, se gli camminavano un po troppo
sulle calcagna. Nelle campagne, nei villaggi, per le fatto-
rie, sotto le frasche delle osterie, nei luoghi di ritrovo,
non si parlava d altro che di lui, di Gramigna, di quella
caccia accanita, di quella fuga disperata. I cavalli dei ca-
rabinieri cascavano stanchi morti; i compagni d armi si
buttavano rifiniti per terra, in tutte le stalle; le pattuglie
dormivano all impiedi; egli solo, Gramigna, non era
stanco mai, non dormiva mai, combatteva sempre, s ar-
rampicava sui precipizi, strisciava fra le messi, correva
carponi nel folto dei fichidindia, sgattajolava come un
lupo nel letto asciutto dei torrenti. Per duecento miglia
all intorno, correva la leggenda delle sue gesta, del suo
coraggio, della sua forza, di quella lotta disperata, lui so-
lo contro mille, stanco, affamato, arso dalla sete, nella
pianura immensa, arsa, sotto il sole di giugno.
Peppa, una delle più belle ragazze di Licodia, doveva
sposare in quel tempo compare Finu «candela di sego»
che aveva terre al sole e una mula baia in stalla, ed era
un giovanotto grande e bello come il sole, che portava lo
stendardo di Santa Margherita come fosse un pilastro,
senza piegare le reni.
La madre di Peppa piangeva dalla contentezza per la
gran fortuna toccata alla figliuola, e passava il tempo a
voltare e rivoltare nel baule il corredo della sposa, «tutto
di roba bianca a quattro» come quella di una regina, e
orecchini che le arrivavano alle spalle, e anelli d oro per
le dieci dita delle mani: dell oro ne aveva quanto ne po-
teva avere Santa Margherita, e dovevano sposarsi giusto
per Santa Margherita, che cadeva in giugno, dopo la
mietitura del fieno. «Candela di sego» nel tornare ogni
sera dalla campagna, lasciava la mula all uscio della Pep-
pa, e veniva a dirle che i seminati erano un incanto, se
Gramigna non vi appiccava il fuoco, e il graticcio di con-
tro al letto non sarebbe bastato a contenere tutto il gra-
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no della raccolta, che gli pareva mill anni di condursi la
sposa in casa, in groppa alla mula baia. Ma Peppa un bel
giorno gli disse:
 La vostra mula lasciatela stare, perché non voglio
maritarmi  .
Figurati il putiferio! La vecchia si strappava i capelli,
«Candela di sego» era rimasto a bocca aperta.
Che è, che non è, Peppa s era scaldata la testa per
Gramigna, senza conoscerlo neppure. Quello sì, ch era
un uomo!  Che ne sai?  Dove l hai visto?  Nulla.
Peppa non rispondeva neppure, colla testa bassa, la fac-
cia dura, senza pietà per la mamma che faceva come una
pazza, coi capelli grigi al vento, e pareva una strega. 
Ah! quel demonio è venuto sin qui a stregarmi la mia fi-
gliuola! 
Le comari che avevano invidiato a Peppa il seminato
prosperoso, la mula baia, e il bel giovanotto che portava
lo stendardo di Santa Margherita senza piegar le reni,
andavano dicendo ogni sorta di brutte storie, che Gra-
migna veniva a trovare la ragazza di notte in cucina, e
che glielo avevano visto nascosto sotto il letto. La povera
madre teneva accesa una lampada alle anime del purga-
torio, e persino il curato era andato in casa di Peppa, a
toccarle il cuore colla stola, onde scacciare quel diavolo
di Gramigna che ne aveva preso possesso.
Però ella seguitava a dire che non lo conosceva nean-
che di vista quel cristiano; ma invece pensava sempre a
lui; lo vedeva in sogno, la notte, e alla mattina si levava
colle labbra arse, assetata anch essa, come lui.
Allora la vecchia la chiuse in casa, perché non sentisse
più parlare di Gramigna, e tappò tutte le fessure
dell uscio con immagini di santi.
Peppa ascoltava quello che dicevano nella strada, die-
tro le immagini benedette, e si faceva pallida e rossa, co-
me se il diavolo le soffiasse tutto l inferno nella faccia.
Finalmente si sentì che avevano scovato Gramigna nei
fichidindia di Palagonia.
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 Ha fatto due ore di fuoco!  dicevano;  c è un cara-
biniere morto, e più di tre compagni d armi feriti. Ma gli
hanno tirato addosso tal gragnuola di fucilate che stavol-
ta hanno trovato un lago di sangue dove egli era stato  .
Una notte Peppa si fece la croce dinanzi al capezzale
della vecchia e fuggì dalla finestra.
Gramigna era proprio nei fichidindia di Palagonia 
non avevano potuto scovarlo in quel forteto da conigli 
lacero, insanguinato, pallido per due giorni di fame, ar-
so dalla febbre, e colla carabina spianata.
Come la vide venire, risoluta, in mezzo alle macchie
fitte, nel fosco chiarore dell alba, ci pensò un momento,
se dovesse lasciar partire il colpo.
 Che vuoi?  le chiese.  Che vieni a far qui?
Ella non rispose, guardandolo fisso.
 Vattene!  diss egli,  vattene, finché t aiuta Cristo!
 Adesso non posso più tornare a casa,  rispose lei; 
la strada è tutta piena di soldati.
 Cosa m importa? Vattene! 
E la prese di mira colla carabina. Come essa non si
moveva, Gramigna, sbalordito, le andò coi pugni addos-
so:
 Dunque?... Sei pazza?... O sei qualche spia?
 No,  diss ella,  no!
 Bene, va a prendermi un fiasco d acqua, laggiù nel
torrente, quand è così  .
Peppa andò senza dir nulla, e quando Gramigna udì
le fucilate si mise a sghignazzare, e disse fra sé:
 Queste erano per me  .
Ma poco dopo vide ritornare la ragazza col fiasco in
mano, lacera e insanguinata. Egli le si buttò addosso, as-
setato, e poich ebbe bevuto da mancargli il fiato, le disse
infine:
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